Un brillante oratore - La nostalgia del viaggio di Kipling

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Nel corso della sua vita Kipling ha tenuto molte conferenze, che sono state raccolte nel volume Un libro di parole. La prima qui presentata, Alcuni aspetti del viaggio, è stata letta il 17 febbraio 1914, davanti ai soci della Royal Geographical Society, l’associazione fondata a Londra nel 1830, che raccoglieva i viaggiatori ed esploratori britannici. La conferenza non ha una rigida costruzione preordinata nè uno sviluppo sistematico. E’ una successione di appunti, una raccolta di impressioni scritte e collezionate nel corso degli anni da uno scrittore prestigioso che, diversamente da quanto afferma per vezzo nella premessa, è stato anche un grande viaggiatore. L’idea dominante riguarda i cambiamenti e le modificazioni che la tecnologia e l’aeronautica stanno apportando alle comunicazioni.

Kipling sostiene che tutti questi cambiamenti creeranno una nuova estetica del viaggio. Con gli spostamenti aerei, non vi saranno più ostacoli naturali da superare né regioni remote e inaccessibili e la durata del percorso attraverso il pianeta sarà ridotta. Nel cuore dei vecchi giramondo nascerà una tenerezza nostalgica e piena di emozione per quello che è stato in passato il fascino del viaggio, gli accampamenti improvvisati, il profumo delle foreste, lo sforzo fisico, i pasti consumati al termine di una duro percorso ai quali la fatica conferisce un gusto più saporito. I percorsi sconosciuti saranno sempre di meno e diminuiranno anche i viaggi il cui sviluppo dipenda dagli avvenimenti che accadono lungo il cammino.

Da un lato, Kipling sembra prediligere ciò che è permanente, inalterato, ispirato alla tradizione, tanto da applicare questo principio anche alla sua casa, nella quale ha conservato una sorta di medioevalismo rifiutando, ad esempio, di farsi installare il telefono. E per rispettare lo spirito dell’epoca di costruzione della casa, egli ha preservato non solo le porte esterne, risalenti al tempo dei Sassoni, ma anche il soffitto in legno, il focolare e i lavori in ferro battuto del grande salone elisabettiano, fatti eseguire quattrocento anni prima dal padrone di ferriera che aveva costruito l’edificio. Dall’altro, però, egli sa che tutto deve cambiare ed è persuaso che la tecnologia abbia dei lati positivi, fra i quali la costruzione di nuove città, i collegamenti fra i continenti e l’apertura di nuove terre. Si tratta di fare un’opera di ricerca e di adattamento, per trovare allo spirito dell’uomo un nuovo equilibrio sociale e morale ed evitare lo scatenamento di forze che potrebbero avere un effetto disastroso. E tuttavia: “Nulla cambia nella vita. Il massimo che ogni generazione può fare è di ribattezzare ogni rinascita spirituale e emotiva nel proprio linguaggio, ricco di nuove invenzioni. Ma anche se si produrranno nuove capacità e condizioni di vita e nasceranno nuovi linguaggi, l’uomo non cambierà.”

Questa è la lettera di risposta di Miss Jan Turner, responsabile della biblioteca della Royal Geographical Society alla mia richiesta di informazioni sul testo della conferenza tenuta da Kipling presso la loro sede dal titolo "Some aspects of travel"






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