Bio Kipling - La nostalgia del viaggio di Kipling

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Rudyard Kipling è nato il 30 dicembre 1865 a Bombay da John Lockwood Kipling professore di scultura presso la School of Art di quella città e Alice MacDonald. Il suo primo nome era Joseph, il secondo era Rudyard, il nome del lago sulle cui rive i suoi genitori si erano conosciuti.
 
Nel 1871, a sei anni, Rudyard è stato mandato in Inghilterra presso una famiglia adottiva di Southsea, per frequentare le scuole. Strappato di colpo all’ambiente domestico, la sua vita era diventata miserabile.

Nel 1878 è entrato nel  convitto chiamato Westward Ho!, vicino a Bidesford, nel Devon. Qui ha dovuto affrontare le vessazioni dei compagni, che lo chiamavano Gigger, un insulto di solito rivolto ai neri che si compiacevano a comportarsi da bianchi. Però  vi ha anche sviluppato delle amicizie e si è divertito a combinare birichinate. Il preside incoraggiava le sue prime prove nel campo della scrittura e gli aveva affidato l’impegno di seguire il giornale scolastico. Ha scritto inoltre diverse poesie che il padre ha poi fatto pubblicare privatamente in India.

Nel 1882 Rudyard è tornato a Lahore dove i suoi genitori si erano trasferiti nel 1875 e dove il padre era direttore del Mayo College of Art e curatore del Museo di Lahore. Nella loro casa passava chiunque avesse a che fare con il governo. Ruddy, come veniva familiarmente chiamato, aveva cominciato a lavorare come giornalista al Civil and Military Gazette, dove curava l’editing degli articoli. Qualche tempo dopo è passato all’Allahabad Pioneer. Su questo giornale  scriveva articoli molto critici nei confronti dei membri della società anglo-britannica e altri molto più amichevoli e solidali nei confronti dei soldati semplici britannici e verso gli indigeni. Più tardi egli ha detto che il lavoro da giornalista gli aveva insegnato lo stile conciso e gli aveva instillato l’abitudine a non usare parole non strettamente necessarie.

Era contento di essere tornato nel paese della sua infanzia, di ritrovarsi in mezzo alla vita e agli odori conosciuti allora, in mezzo ai vicoli, alle fumerie d’oppio, agli spettacoli di strada, alle danze nelle ore notturne, alla musica…  Era felice di tornare a casa alle prime luci dell’alba, su di un carrozzino impregnato dei fumi del narghilè e del profumo dei fiori di gelsomino e di sandalo… Era convinto che il suo futuro sarebbe stato in India. Al suo amico Kay Robinson aveva scritto: “Ti meraviglieresti se ti dicessi che aspiro solo a una carriera di giornalista indiano? Perché? La mia casa è qui, la mia gente è qui, tutti gli amici che conosco e tutti gli interessi che ho sono qui. Perché dovrei tornare in patria? Sono profondamente interessato ai bizzarri fatti e ai modi della gente di questo paese. Mi aggiro fra loro e frugo in quel formicaio meraviglioso, sporco, misterioso che è Lahore City…  Sono innamorato di questo paese e più di tutto vorrei scriverne. Quindi tu e io andiamo per strade diverse in amicizia. Tu a Fleet Street, io al mio posto dove trovo caldo, odore di olio e di spezie, zaffate d’incenso dai templi,  sudore, buio, sporco, sesso, crudeltà, e, su tutto, innumerevoli cose affascinanti e meravigliose.” La sua esperienza di questa città è stata poi trasferita nel libro The City of the Dreadful Night.

Nel 1889, però, Kipling è venuto meno al proponimento di continuare la sua vita in India e ha cominciato a viaggiare. E’ andato in Cina, in Giappone, negli Stati Uniti e infine ha raggiunto Londra, dove si è stabilito. La sua fama lo aveva preceduto e il primo romanzo scritto nella capitale britannica, in una stanzetta dalla cui finestra non vedeva nulla per via della spessa nebbia che c’era fuori, è stato The Light that Failed, pubblicato a puntate nel 1891 sul Lippincott’s Monthly Magazine. L’opera però non ha avuto molto successo. Nel 1892 ha cominciato a uscire la prima serie delle Barrackroom Ballads, poesie e canzoni rudi, poi raccolte in un’antologia, che svelavano un altro aspetto del colonialismo.
 
Nello stesso anno Kipling ha sposato l’americana Caroline Balestier e ha fatto costruire, nella proprietà della famiglia di lei, nel Vermont, una casa a forma di nave chiamata Naulahka. Qui ha scritto alcuni dei suoi libri più famosi, fra i quali Il Libro della Giungla e Capitani Coraggiosi, che gli hanno procurato una fama internazionale.    

Nel 1897 i Kipling sono rientrati in Inghilterra e si sono stabiliti nella casa detta The Elms, a Rottingdean, vicino a Brighton, nel Sussex. Qui sono nati il figlio John e la figlia Josephine, morta poi tragicamente durante un loro viaggio negli Stati Uniti nel 1899. È stato in questi anni che lo scrittore ha cominciato a dedicare maggiore attenzione alla questione delle colonie ed ha elaborato il concetto del ‘fardello dell’uomo bianco’, lo White Man Burden, riguardante il dovere di diffondere legge, alfabetizzazione ed etica nei paesi dove vigeva uno stato di caos e di disordine. La sua idea di imperialismo prevedeva l’estensione delle regole delle nazioni europee nei paesi asiatici e africani, con l’impegno però di regnare con scrupolo e umiltà, non con orgoglio e arroganza. Secondo lui, le qualità dei governanti  dovevano essere ordine, disciplina, sacrificio e umiltà. Non credeva nelle capacità di autogestione degli indigeni . “La città di Lahore – ha scritto - è in uno stato di sporcizia e lezzo difficilmente superabile… I vicoli e i sobborghi fermentano e puzzano, gli impianti idraulici sono rotti, e alla fine provocheranno malattie e morte.” Per evitarlo, occorrevano degli amministratori più capaci.  

Per noi, oggi, il Kipling imperialista che sosteneva questi principi è inaccettabile. Ma già nel passato v’erano stati scrittori come Orwell che lo avevano screditato, definendolo fascista e giudicandolo con un metro ideologico.  Tuttavia, non possiamo dimenticare che esiste anche un Kipling fiabesco ed esotico, un Kipling che tocca le corde del patetico, del grottesco, del caricaturale, che dà voce agli ultimi, alle persone che compiono umilmente e fino in fondo il loro dovere in condizioni difficili.
 
Nel 1891, dopo alcuni mesi passati in Sud Africa durante la guerra anglo-boera, lo scrittore ha pubblicato Kim, uno dei suoi libri più belli e famosi. Ma alla fine di quella guerra si era diffuso e sviluppato un forte spirito anti-imperialistico e la popolarità di Kipling era molto diminuita.

Nel 1903 si è ritirato nella casa settecentesca detta Bateman’s, vicino a Burwash, nell’East Sussex, una casa appartata e senza telefono, rimasta uguale e identica per due secoli. Il suo umore, dopo la morte della figlia Josephine, avvenuta nel 1899, era diventato cupo e la sua tristezza si rifletteva nei libri scritti in quegli anni. Essi hanno un’impronta tragica e sono meno conosciuti, anche se sono stati recentemente rivalutati.
 
Nel 1907 lo scrittore ha ricevuto il Premio Nobel. Nel 1915 il figlio diciottenne John è morto nella battaglia di Loos, nel nord della Francia, vicino a Lille. Kipling aveva dovuto ricorrere a una raccomandazione, quella di Lord Roberts,  per riuscire a mandarlo in guerra  perché, dato che era molto miope, era stato riformato.

Rudyard Kipling è morto il 18 gennaio del 1936 e le sue ceneri sono a Westminster Abbey.
Quelle della moglie, morta tre anni dopo, non si sa dove siano conservate.


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